Thursday, December 8, 2011

Bioethics Poetry, Dylan Thomas Edition

Do Not Go Gentle Into That Good Night

Do not go gentle into that good night,
Old age should burn and rave at close of day;
Rage, rage against the dying of the light.

Though wise men at their end know dark is right,
Because their words had forked no lightning they
Do not go gentle into that good night.

Good men, the last wave by, crying how bright
Their frail deeds might have danced in a green bay,
Rage, rage against the dying of the light.

Wild men who caught and sang the sun in flight,
And learn, too late, they grieved it on its way,
Do not go gentle into that good night.

Grave men, near death, who see with blinding sight
Blind eyes could blaze like meteors and be gay,
Rage, rage against the dying of the light.

And you, my father, there on that sad height,
Curse, bless, me now with your fierce tears, I pray.
Do not go gentle into that good night.
Rage, rage against the dying of the light.

Dylan Thomas

1 comment:

  1. Soldini Maurizio: "UOMO - poemetto di bioetica"
    25 settembre 2010
    LietoColle - Collana Aretusa
     
     
     
    L’uomo è un enigma del mondo, forse l’enigma più grande. L’uomo è un enigma né come animale, né come essere sociale, né come parte della natura o della società, ma come persona, precisamente in quanto persona. Tutto il mondo non è niente rispetto alla persona umana, al solo volto dell’uomo, al solo destino dell’uomo. L’uomo attraversa un’agonia, vuole sapere chi è, da dove viene e dove sta andando.
    Nikolaj Berdjaev
     
    PRELUDIO
     
     
    a Thomas Stearns Eliot

    S’inerpica sul sicomoro
    per schiudere orizzonti
    e vendicare la carne fragile
    che inombra di corruttele
    gli sguardi che preludono
    alle fredde geometrie del corpo.
    La vita si spoglia dell’anima
    si scolma di verdi fronde
    di un eterno in croce
    di luminose spiagge
    siderali di desideri
    asciutti di speranza
    nel legno che lo accoglierà
    sarcofago per sempre
    (si fa per dire)
    fintanto che si sgretola
    di polvere e di cenere.
    Satura di conchiglie
    una marea di bacche
    tracimerà sodale di pioggia
    rossa azzurra e oro
    a imperituro gioco di sopravvivenza.
     
     
    IN MEDIAS RES
     
    I
    Se attendi la speranza sui giacigli
    fatti di fresche frasche di rugiada
    guardando in alto sulle fronde verdi
    negli alberi di chiome folte e rade
    e si apre un cielo di bellezza azzurra
    ripensi agli attimi di storia già passati
    nella memoria trasparente del tuo DNA.
     
     
     
    IV
    Tu fosti un incipit un po’ strano
    eri una cellula cresciuta nell’amore
    e ti cibasti di un pasto già mangiato.
    Volavi nel deserto sconfinato
    e aspettavi di vedere il sole
    di misurare i tuoi polmoni
    all’aria aperta di dolori
    colori avresti visto con la nascita
    col pianto avresti accolto
    la comparsa sulla terra nuda.
     
     
    XVI
    Ma il corpo chissà
    chissà l’anima se un giorno
    ti lasceranno spoglio.
    Chissà quale giglio
    nascerà sul filo
    di un’anima
    che attarda il confine
    di schiere di sogni.
     
     
    IN LIMINE MORTIS
     
     
    Si china sul soffio di luce
    tenendo per mano un sottile
    sorriso che offre ogni volta
    a chi piange di arsura per lui
    che bagna il suo volto e il cuscino
    di affanni e tristezze violacee
     
     
     
     
     
    Solleva il calore di un sole
    più nuovo se guarda nel fiume
    dei pensieri che adombra
    nell’ombra la fine
     
     
     
    Si spiana d’altronde felice
    una musica fatta di viole
    che aprono al verde profumo
    di un’aria migliore
     
     
     
    Ancora un istante di tenebra,
    e quindi la luce perpetua
     
     http://www.lietocolle.info/it/soldini_maurizio_uomo_poemetto_di_bioetica.html

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